Domenica scorsa io, Pasquale, Dino, Marta, Veneranda, Claudio e il Tama (i 7 nani per l’appunto) siamo andati a fare un giro alle miniere di Zambla. Entriamo verso le 10.30 con intenzioni esplorative senza avere un obiettivo specifico, ovvero, Pasquale ha ricordi vaghi della miniera. Percorriamo il ramo principale per la prima oretta, ad un certo punto prendiamo un ramo che porta ai “piani superiori” alla ricerca della grotta Frank Zappa…ma non la troviamo. Torniamo dunque indietro e, nei pressi del ponticello in cemento, dovendo decidere se armare o meno il pozzo, decidiamo che si ragiona meglio a stomaco pieno, dunque ci fermiamo per il pranzo. Rifocillati, quindi lucidi, decidiamo che c’è troppa acqua per scendere il pozzo, è una doccia certa, deviamo quindi oltrepassando il ponticello di legno che dista pochi metri e che porta al ramo della Laca. Con una giunzione di corda fatta su una già fissa superiamo questo ponticello di legno e andiamo in esplorazione. Arriviamo ad uno scivolo, che tuttavia curva, quindi, non sapendo quanta corda ci debba servire, usiamo ovviamente la più corta da 30 metri (quella da 70 la terrà al calduccio nel sacco il buon Dino per tutta la giornata). Dopo un armo artistico che conta di ben 5 nodi diversi, il primo a calarsi è Pasquale che, ovviamente, arriva a fine corda ma non arriva alla fine dello scivolo. Si esegue allora un’altra giunzione di corda (ne aveva una da 20 nella sacca) e tutti scendiamo. Esploriamo questa zona tra rotaie, carrelli, imbuti per calare il materiale e immaginando la vita di quegli uomini che qui lavoravano, tra mille fatiche e costretti in spazi angusti e insalubri. Ad un certo punto Dino, Claudio e Tama proseguono per altri scivoli di scarico in cerca di ipotetiche uscite. Io, Marta, Veneranda e Pasquale li aspettiamo per un po’ ma ci viene freddo, decidiamo quindi di avviarci con calma verso l’uscita. Ci ritroviamo praticamente tutti nell’ultimo tratto, i ragazzi non hanno trovato altre uscite e sono tornati indietro. Alle 17 eravamo alle macchine, e poi a Zogno per fare un aperitivo con un tagliere lungo tanto quanto un ramo di miniera! Grazie a tutti per il bel giro!